Fino al 25 marzo la libreria Utopia di Milano ospita una
mostra dedicata ai cinquant’anni della rivista Linus, pubblicata in Italia dal 1965 al 1972. Si possono ammirare strisce
dei Peanuts, copertine e varie lettere
scritte da Schulz per esprimere il suo apprezzamento nei confronti della
rivista.
Sono sessantacinque anni che Charlie Brown e i suoi amici ci
fanno compagnia con le loro storie educative e
mai banali. Il modo, a volte ingenuo e altre disilluso, ma mai negativo,
con cui i personaggi affrontano le piccole situazioni quotidiane è più attuale
che mai, rendendo questo fumetto un patrimonio importante, una fonte da cui attingere
per fronteggiare con ironia situazioni sfavorevoli che spesso ci troviamo ad
affrontare.
Sorridendo, mi viene in mente quella striscia in cui Lucy spiega
a Charlie Brown che distribuendo alla gente la lista dei loro difetti spera di
rendere il mondo più vivibile per lei, oppure la scena in cui la bambina dice al suo
amico di sentire una critica venirle su quando lo vede.
Charlie Brown e Lucy |
Esemplare è, inoltre, il modo in cui viene considerato
Snoopy, un cane che tutto sembra fuorchè un cane. La sua figura viene umanizzata e questo gli
consente di guardare il mondo degli umani dal di fuori, riuscendo sempre a
trarre delle sagge conclusioni che ci fanno sentire, a noi uomini, po’ bigotti e
ignoranti.
“Vedi questo legno?” dice Linus a Snoopy. “Io, l’essere
umano, lancerò il legno, e tu, il cane, lo riporterai!” continua il bambino.
“Io, il cane, non ci
penso nemmeno!” pensa Snoopy rimanendo fermo sul suo posto.
Snoopy e il suo amico Woodstock |
A proposito di Charlie Brown & co non posso non riportare
un brano tratto dal libro di Gianrico Carofiglio Il bordo vertiginoso delle cose, in cui si parla del fumetto di
Schulz. Celeste, la supplente di filosofia dice: «Schulz è capace di rendere
trasparenti le emozioni e le sue strisce
sono un modo di fare poesia, dice Umberto Eco. Ma non solo poesia, aggiungo io.
In queste vignette ci sono molte altre cose e, per me, Schulz è filosofo non
meno che poeta. È filosofo perché attraverso gli occhi di un gruppo di bambini
e quelli di un cane umanizzato individua e racconta- badate: senza giudicare,
questo è importante- i problemi dell’esistenza umana. Nelle sue strisce
troviamo, giorno dopo giorno, una riflessione sul nostro modo di stare sulla
Terra, da soli e con gli altri. Vi sembra che stia esagerando?».
No, nessuna esagerazione.
La citazione è tratta da:
Carofiglio, G., Il
bordo vertiginoso delle cose, Milano, Rizzoli VINTAGE 2014, p. 277.
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